venerdì 23 dicembre 2011

Fragole e unghie

Una decina d'anni fa, una mattina alle 8, aspettando l'apertura del catasto sotto il portico di Piazza Malpighi, uno improvvisamente si ferma e mi dice "Ascolta, io ho fatto degli studi approssimativi e sono giunto alla conclusione che il lotto è una truffa."
Fino alle 8:30 mi ha raccontato di calcoli di probabilità, sistemi da giocare su diverse ruote, bambini che riescono a riconoscere le palline più calde da estrarre.

Quelle cose lì son belle dopo, che le posso scrivere, ma lì per lì gli avrei tagliato la gola con le unghie.
A proposito, sempre sotto quel portico, un altro giorno c'era uno che non solo si è tagliato le unghie col clipper, ma se le è anche limate contro una colonna.

giovedì 1 dicembre 2011

Ecciù

Tempo fa avevo parlato in termini poco positivi dell'igiene del megacinesone in Via Ferrarese. Beh oggi ho relativizzato, dopo essere stato in un classico self service free flow italianissimo. Un centro commerciale che non frequentavo da alcuni anni, ed oggi era comodo per mangiarci con mia mamma dopo averla accompagnata ad un ecodoppler.
Ho preso in mano 4 / 5 vassoi, prima di trovarne uno pulito. Residui di cibo appiccicati, strisciate di bisunto. Ma un'apposita lavastoviglie, c'è?
Rigatoni, poi trippa. Non male, a parte quel free flow di stocazzo che non sai mai dove andare. Peccato perchè mi ero innamorato della delicatissima cassiera, e non ci tornerò mai più. Nel frattempo la trippa si è ricongelata, e faccio una cosa che non faccio mai: la metto nel microonde. Apro lo sportellino con la maniglia bisunta, tocco 5 volte il tasto START bisunto, e finalmente parte, anche se non si scalda. Poi cerco il peperoncino che non c'è, e il pepe bisunto. Mangio con ingordigia sul tavolo bisunto, circondato da cartellini che invitano a riporre i vassoi negli appositi scaffali, e da vassoi.
Il cinese di via Ferrarese, nonostante quanto abbia detto in un post precedente, è pulito, molto pulito. Anche le pinze che toccano tutti per servirsi non sono bisunte, evidentemente ogni tanto le cambiano.
Così si fa, a prendersi una decina di raffreddori diversi, un pò di escherichia coli in tasca e 2/3 influenze.
Dice "prende allo stomaco, diarrea, vomito, è in giro". Sì, è lì che gira.

mercoledì 30 novembre 2011

INCROCI DI NATALE



INCROCIA ANCHE TU
L’ARTE E LA CULTURA
E REGALALE A NATALE

L’idea nasce dal poter portare a Molinella (Bologna) una gruppo di artisti di fama regionale e nazionale in un’unica giornata di performance alla galleria “L’Arte” di Anna Rosa Callegari. Ci saranno attori, scrittori, musicisti, grafici, pittori. Una eterogeneità di artisti come i regali sotto l’albero, un incrocio di linguaggi, forme d’arte, modi di esprimere la creatività. A introdurre il Professor Ivo Germano, Sociologo della Comunicazione e giornalista. Poi vi saranno le esibizioni installazioni di Stefano W. Pasquini, gli aforismi di Davide Pavlidis, l'ukulele di Enrico Farnedi, i monologi tormentone di Tony Cioli Puviani, le letture di Caterina Cavina autrice de “La Merla” (Baldini Castoldi Dalai), le composizioni di Riccardo Lolli, le interpretazioni di Daniela Airoldi (attrice cara a Fellini). Un susseguirsi di “regali” dicevamo, per celebrare l’inizio di un mese magico, quello del Natale, quello della fina di un anno e dell’inizio di nuove promesse. Appese ai muri le opere di Davide Bonazzi (giovanissimo vignettista de L’Espresso e già molto quotato) e di altri artisti.

Con il Patrocinio del Comune di Molinella

Durante l'evento si svolgerà un'asta benefica a favore delle popolazioni colpite dall'alluvione di Vernazza

Domenica 4 dicembre 2011

dalle 14.00 fino alle 19.30

Galleria L'Arte - Via Mazzini 160 - Molinella


    Me ne frega

    Un'ennesima hit che verrà riproposta domenica 4 dicembre a Molinella

    lunedì 21 novembre 2011

    C'è post per te

    Non ho mica mai tempo, poi anche Zagabart che è uno dei pochi lettori avrà pazienza anche lui. Qualche aggiornamento: ieri eravamo al cioccoshow per la prima volta nella vita. Decente. Però prima mi hanno portato da Eataly, lì vicino al cinema porno dove Masotti ha presentato il libro; abbiamo mangiato dei gran panini scoprendo che li fanno col pane del forno Calzolari, in mezzo ad una bolgia violenta. Se alzavi un attimo il culo, anche per un prurito, ti sfilavano la sedia da sotto. Ho obiettato con Angela che il forno Calzolari è a Monghidoro a 100 metri dal mio ufficio, non c'è bisogno di andare in Via Orefici.
    Ho visto Tree Of Life, e non ho capito. Brutta cosa dopo un paio d'ore andare avanti veloce col telecomando. Non sono stato toccato dalla storia familiare, nè da Sean Penn che vaga, nè dalle immagini dell'universo che aveva già reso bene Kubrick nel 1968 senza CGI.
    Ieri sera invece ho visto il secondo tempo di Melancholia, il primo ieri l'altro, sai com'è, il sonno atavico. Non è il Von Trier che ho amato, ma insomma posso rivederlo. L'idea generale che mi ha lasciato, non so se l'hanno scritto già altri, è quella di un lungo sogno dove va a finire tutto male, e lo sai già perchè lo guidi un pò tu.
    Sto facendo per la terza volta il montaggio della prima puntata del mio programma TV che è girato nelle trattorie / osterie / ristoranti. Poteva andare meglio, siamo un pò loffi, mi si è fottuto l'audio buono, c'è poca luce. Dal Cero e il suo amico mi hanno stroncato, giustamente. Vedremo di migliorare: giovedì dovremmo andare da Carlet con Stefano Nosei.

    domenica 25 settembre 2011

    Va là che stiamo bene noi

    Va là che stiamo meglio noi in montagna. Oggi ho deciso di spostare i cinni da casa mentre Angela andava ad imbiancare l'appartamento di sua mamma che sarebbe ora di affittarlo. Tra l'altro le si è rovesciato un bidone di vernice nel baule della panda: in quel momento ho realizzato che siamo diventati all'improvviso un caso sociale. Va bè.
    Comunque parto coi due minorenni con debito anticipo alla volta di Casalecchio per andare a vedere i PUFFI in 3D. Prima volta per tutti, un film in 3D. Orario dichiarato di inizio film: 17:20. Pago € 32,50, poi i bambèini vogliono mangiare e bere le porcherie e una tantum li accontento: una fanta, un litro di acqua gasata, un popcorn il più piccolo che c'è (ci si mangia in 3) e una miseria di caramelline variopinte self service che poi alla cassa pesano il sacchetto. Totale € 13,80.

    Alle 17:20 spaccate comincia la pubblicità. Il problema è che non smette mai. Abbiamo dovuto cambiare posti rispetto a quelli designati dalla cassiera in quanto Giulio ha incontrato un suo amico e vuole sedersi vicino a lui. La gente continua ad entrare a vagonate ben oltre l'orario, e attendo di litigare con qualcuno che pretende il suo posto prenotato benchè ci sia mezza sala disponibile. Ma non accade. E' come quella barzelletta "'accidenti a te e alla tua bicicletta", l'incazzatura preventiva. Va bè.
    La pubblicità continua, Francesco alle 17:35 mi chiede "ma i puffi dove sono?" A un certo punto lo spot di Mediaset premium (mi ha riferito Giulio, non facevo caso ai brand) dove un personaggio di film irrompe in una camera da letto, termina col tipo a letto che sbraita ben scandito "MA LI MORTACCI TUA!". Che finezza, in una sala piena di piccoli bambini. Va bè, sono italiani.

    Oh, arriva il pupazzino che si siede in poltrona e la scritta "buona visione": Finalmente. Invece no, ancora pubblicità e trailer. Non riesco a controllarmi, 32 euro avrebbero dovuto darmeli loro. Di nuovo il pupazzino, poi qualche trailer e finalmente il film. Sono le 17:54.

    Intervallo, che la scritta sullo schermo preannuncia lungo 8 minuti. Con tempismo perfetto entra l'omarino gialloblu col carrello di bibite cipster e popcorn, e l'orda di cinni compra ancora. Ho chiesto quanto costa un popcorn piccolo, che nel conto di prima non avevo distinto: euri 3,50 per una pannocchia scoppiata.
    Il film è doppiato come al solito con delle puttanate indicibili, tipo "non me ne frega un puffo".

    Ora, mettiamo sul piatto della bilancia il fatto che i film, per prassi comune, si scaricano. Dice "li scarico gratis": no caro, il gestore telefonico lo paghi, il pc lo paghi, l'hard disk lo paghi. Va bè.
    A quanto pare, il prezzo da pagare per la prassi comune è questa spesa incontrollata e un'overdose di pubblicità (la volgarità invece è un bonus): allora grazie ma d'ora in poi scelgo di scaricare.

    mercoledì 21 settembre 2011

    Wie geht's

    Non sopporto di sentirmi chiedere "come va". E purtroppo mi sono rassegnato al fatto che sono due parole universali, me lo chiedono tutti come interiezione, benchè io non sia mai riuscito a chiederlo a nessuno e sia finora sopravvissuto.
    Come cazzo vuoi che vada? Va male, no? Però se rispondo sinceramente ed educatamente "male, grazie" gli interlocutori si dividono: c'è chi si sganassa dal ridere, e lo mando mentalmente affanculo in automatico, e chi basito chiede "beh? perchè?". Qualunque sia la situazione, trovo impossibile raccontare al basito le decine di motivi per cui va male. Fosse anche seriamente interessato, non me la sento di imporre una mezz'ora di lamentele. Per poi magari sentirmi rispondere con soluzioni semplici e logiche da applicare con serenità, manco fossero tutti psicanalisti, medici, filosofi o sciamani.
    A quelli di cui non mi frega un cazzo e che probabilmente non rivedrò mai più rispondo "bene".
    Agli amici frequenti rispondo "come al solito".
    Il più delle volte rispondo "insomma, non c'è male", ma trovo sempre lo splendente che mi urla "MA COME? DEVI DIRE BENE! EH!". Ecco, adesso di sicuro va peggio di prima. L'ottantenne, che un pò ha ragione anche lui, mi dice "se non vai bene te che sei giovane", ma è tutto da dimostrare.

    lunedì 19 settembre 2011

    Cervelli

    Vediamo se mi ricordo tutto.
    Il piccolo esordisce all'ESÍLO, anzi materna: 4 foto tessera, due sacchetti di tela uno con le lenzuola e uno col cambio, tutto singolarmente taggato con nome e cognome.
    Il grande va in 2a elementare anzi primaria (farà anche ginnastica anzi motoria), ha una quantità di libri ordinati a giugno e arrivati adesso, quadernoni con sovracoperta in plastica taggati, zaino, astuccio con matite, merendina, grembiule nella fattispecie comprato da carrefour dove in offerta avevano solo quelli del milan e della juve, tesserino pagamento pulmino anzi scuolabus.
    Per entrambi: piatti bicchieri e posate personali da portare avanti e indietro, blocchetti buoni pasto da comprare alla tua banca indifferente nell'edizione 'fratelli' che costa meno, autocertificazione per l'entrata anticipata dove sottoscrivo che mi tocca lavorare come dove e quando, l'elenco di coloro atti a raccattare il bimbo all'uscita, la liberatoria per audio/foto/video delle attività educative.
    Ieri abbiamo preparato tutto, in due, dalle 17 alle 20.
    Per un paio di settimane gli alunni escono anticipatamente, costringendoci ad equilibrismi automobilistici. Ogni mattina: chi resta alla mensa oggi? Uno, l'altro o entrambi? Quindi, a chi va il buono pasto e il sacchetto con piatti e posate? Oggi c'è per caso ginnastica anzi motoria, che allora servono le scarpe da motoria? 
    Le montagne di compiti a casa sembra che vengano assegnati ai bimbi, in realtà sono per i genitori.
    Mia moglie obbedisce e si diverte anche un pò. Io pure adempio, con un qualche vaffanculo (a scuola e a casa vostra: fanculo!) che aiuta a sopravvivere.

    domenica 11 settembre 2011

    Pànico, pànico, panìco

    Abbandonato si fa per dire da Angela e Giulio che si sono lanciati nel trekking estremo alle cime di lavaredo, resto solo con Francesco, tre anni, col quale sono in sintonia nell'evitare il trekking. Ma come minchia facciamo a passare un weekend?
    Festa dell'Unità di Bologna, finalmente. Sabato, per trovare un parcheggio vicino e gratuito partiamo presto. Però alle 16,30 siamo già lì, parcheggio praticamente di fronte ad un ingresso. Sole a palla, caldo opprimente, nessun riparo. Alla Festa è tutto chiuso, eccetto qualche bar. Unici conforti, caffè e birra. Oltre allo sconforto della chiusura totale (pensavo che qualche stand fosse aperto al sabato pomeriggio) vedo tutto esattamente uguale da tempo immemore, a parte lo stand di Music Academy che non avevo mai visto, non lo vedo neanche adesso perchè è chiuso, e mi sovvengono gli anni passati a urlare ai cinni scalmanati, cene impervie ai ristoranti toscani che in quattro costano oro, scartare i questuanti, i venditori di oggetti visti in TV, i buttadentro agli spettacoli circensi gratuiti (?), voglio il palloncino il gelatino la pallina la pallona il giochino la ludoteca il dvd di harry potter il libro della pimpa e insomma torno in macchina, mi ributto in tangenziale e vado a fare una spesa mirata da Carrefour, cioè uno spray Vape per le mosche, un paio di bluray in offerta (Dracula di Coppola e The Doors di Stone), la 'nduja, un sacchetto di fondi di salumi notoriamente scontati, un telefono cordless a 15 euro, il digerselz, le pile AA e AAA, tre mezzi chili di pasta Voiello, due tranci di pizze, una coca senza caffeina. Poi di nuovo tangenziale per un bel sushi all you can eat a Castelmaggiore. Francesco gradisce e mangia riso, gamberi, pollo e frutta. Torniamo a casa con calma, alle 21 siamo già arrivati, alle 22 Francesco dorme già. Si è risvegliato stamattina alle 9 ed ora siamo a Monghidoro in attesa del pranzo dai nonni, poi la festa a Lognola dove credo ci sia un baby entertainer, poi se resta del coraggio andrò a visitare la sagra degli stianconi con l'ajeda a Castel dell'Alpi. Direi che la noia è vinta.

    mercoledì 31 agosto 2011

    Memento

    Questo è il riassunto dell'estate 2011, ovvero l'unico momento da ricordare. Appuntamento al 2012

    mercoledì 20 luglio 2011

    Cerco l'estate tutto l'anno, e all'improvviso


    Che poi è solo colpa mia. Con due figli di 7 e 3 anni non è che puoi andare al concerto di Roger Waters e, pur con tutta la buona volontà da ambo le parti, è un certo impegno soprattutto economico mangiare a Monzuno il giorno degli Chef al Massimo.
    Per questo, d’estate ci toccano le sagre. Bisogna dirlo alla selvaggia: saaAHgra.

    Potrebbe andare peggio: potrebbero farle anche d’inverno.

    Cominciamo subito dalla migliore: a Rasora, che voi non sapete neanche dov’è, si mangia veramente da dio e con un’organizzazione millimetrica. Però quando è il momento della musica arriva il Duo di Cuori, ed è la morte civile.

    Gianassi deve costruirmi una libreria più grande perché sto conservando i libri delle sagre. Ogni comune e frazione dà alle stampe un libro. Quello di Montorio in festa 2010, ad esempio, consta di 56 pagine. Ovviamente, programma religioso (Santa Messa, Vespri ecc.) e programma folkloristico (gara di briscola, Giorgio Suppini, Claudio Di Romagna). Poi corpose quantità di sponsors, che sono più o meno sempre quelli che gira e rigira sponsorizzano tutti i libri della zona. Francamente non capisco l’utilità promozionale. In questo caso però abbiamo anche l’elenco dei premi della lotteria (dall’aspirapolvere doppio ciclonico all’asse da stiro) più molte foto del recente passato (Carnevale, la festa piovosa dell’anno prima), foto di angoli nascosti, arcobaleni, una ruspa che sistema una frana.

    Foto d’epoca anni ’60 e ’70 invece per Baigno, Lagaro, Pian Di Setta, Rioveggio, Castiglione dei Pepoli, Riola.

    Ripoli è molto focalizzata sull’aspetto religioso: si entra nel dettaglio di processioni, lodi e rosari on the road in specifiche locations, messe e fiaccolate.

    Il libro di Monzuno si può tenere in bagno e ci accompagnerà per tutta l’estate, fitto com’è di sponsors e anche di manifestazioni.

    Poi ci sono i poveretti: Pian del Voglio, Montefredente, Madonna dei Fornelli e San Benedetto Val Di Sambro ci offrono piccoli pieghevoli con pochi sponsors. Più che per griccisia dei commercianti, credo sia per la tremenda attività dei CERCANTI, che vengono a casa tua a cercare soldi per la saahgra, partecipando alla quale poi dovrai spendere altri soldi per bere, mangiare (spesso non benissimo), giocare alla pesca e quant’altro occorrer possa.

    Stanco e Creda producono in formato A4 pieni di colori ma con sole due pagine.
    Monghidoro è su depliant prettamente estivo, nonché libretto che va da gennaio a dicembre, così da paventare la festa del maiale con mesi di anticipo.

    I libri sono anche simpatici: ma alle saahgre bisogna poi anche andarci. I fuochi d’artificio sul lago di Castel dell’Alpi sono i più leggendari, benché uguali ogni anno da tempo immemore. Ci porto Giulio, e ricordo di aver fatto meno fatica al concerto degli U2 di Reggio Emilia.

    Mi arriva giustappunto or ora tra le mani il programma della saahgra di Ripoli 2011: innovativo. Si tratta di un libretto con un foro sul bordo destro: è un calendario, da appendere come quello di Frate Indovino e da usare per tutto il 2012. Per ogni mese, oltre ai soliti sponsor, ed in mancanza di quelli che nel frattempo sono falliti, c'è l'incredibile elenco dei compleanni della popolazione. Una quarantina di persone al mese: giorno, cognome e nome. C'è anche Annamaria Franzoni, e questo potrebbe rendere vero oggetto di culto nazionale il fascicolo. Aspettate che lo porti in qualche televisione.

    …continua… (forse)

    lunedì 11 luglio 2011

    Real time

    Volevo parlare male dei geometri, invece no. Lo farò un'altra volta perchè non ho molto tempo.
    Invece racconterò che stamattina mi sono trovato senza adsl. A Monghidoro, beninteso, perchè a casa la telecopr non vuole ampliare la centralina e me lo inserisce nel retto.

    Mi trovo senza, in quanto l'ultima fattura telecough (sì sempre essa) era di 192 euri. Ho vinto la ritrosia a pistolare una cosa che funziona, grazie alla pluma quadrimestrale, e ho inoltrato domanda a infostrana. La prossima fattura sarà di 60 euri.

    Casualmente proprio oggi mi chiamano dalla telecaz, nonostante gli abbia già detto due volte di essere iscritto al registro delle opposizioni, per dirmi che col mio status di abbonato ho diritto ad un pc hp con hd e lascia pur dire. Infatti l'ho lasciata dire ma solo per cattiveria, senza ascoltare. Alla fine della dettagliatissima descrizione del pc le ho detto che ho cambiato gestore. Ha ha!

    Stamattina, dopo un paio d'ore di panico durante le quali sono andato a scaricare tre estratti di mappa al bar, riprovo che non si sa mai: improvvisamente appare la finestra adsl.libero.it, caccio dentro nome e password del mio vecchio account Libero, e via che funziona come prima. Miracoli.

    Miracoli anche nel comune di San benedello val di sampras, ove le sere ed i weekends si può illegalmente transitare lungo la tratta Fornelli / Qualto, ripristinata ed asfaltatissima dopo solo 19 mesi dalla frana causata da essi stessi. Ooooh bello, ooooh il muro di 5 metri. Ma vaffanculo va.

    martedì 28 giugno 2011

    Delicatessen

    Se uccido qualcuno dopo mangiato ho un pò di sonnolenza.
    Se uccido qualcuno dopo che ha mangiato è molto meglio, piuttosto che se fosse a digiuno. Lui/lei si trova senz'altro meglio.
    Però quando lo squarto mi squizzano fuori un sacco di schifezze. Se poi ha mangiato al cinese a buffet per 9,90 allora soccmell.

    venerdì 24 giugno 2011

    Il Gatto

    IL GATTO

    Vidi per la prima volta il Gatto di Loiano, incredibile a dirsi, a Loiano. Era il 1983 e affrontavo il mondo extracomunale con un certo timore e spaesamento in compagnia dell’amico Jeeg, che mi portava con la sua 127 al Bar Corona, locale di cui conosceva diversi clienti. Ricordo questa saletta fumosa piena di sconosciuti leggermente abbrutiti da alcool e droghe. Mi si parò davanti il Gatto, che col suo migliore sguardo penetrante mi chiese una sigaretta. Gliene diedi una, era un po’ strafugnata e ricurva perché il pacchetto in tasca si era piegato. La esaminò volgendo la curvatura verso il basso e, rivolgendomi un’occhiata truce, disse “Con questo cosa vorresti insinuare? Che ho l’oca morta?”

    L’anno dopo fu supporter della band di Revega nella monumentale e celebre serata del 21 agosto: sempre preso dall’incontenibile desiderio di suonare ogni strumento disponibile in ogni occasione, ottenne di sedersi alla batteria per eseguire un sottofondo soft durante gli intermezzi cabarettistici di Paolo Bacci e del Dott. Boldrini. Altre volte si esibiva alla chitarra, con Gigi alla batteria.
    Dopo un anno ancora, ero a suonare insieme a lui nei Big Fest. Peccato perché era tutt’altro che un cretino, ma la totale mancanza di studi, disciplina ed equilibrio mentale lo rendeva piuttosto imprevedibile.
    Una domenica pomeriggio lo aspettavamo alle prove già da un’oretta; arrivò, e con grande flemma cominciò a spolverare la batteria. La esaminò meglio e decise di smontarla pezzo per pezzo, pelli e bulloni compresi, per lucidarla con una specie di Sidol. Noi guardavamo ed attendevamo senza una parola. La rimontò con cura, prese tra le mani il rullante, lo girò, lo rigirò, lo rigirò ancora, sfondò con un pugno la pelle a contatto con la cordiera, staccò accuratamente ogni residuo di pelle, posò il rullante sul sostegno e disse “Ecco sono pronto”. Nel silenzio agghiacciante, la prima cosa che mi venne da dire fu “Scusa, ma adesso come fai a suonare senza la pelle che fa vibrare la cordiera?” Lui: “Ma che cazzo dici? – TACK TACK – Ah… hai ragione”. Me ne andai sconvolto.

    Va bè che anch’io, quella volta che prima delle prove collassai a casa di Gigi, non ero proprio affidabilissimo. Però grazie alla professionale assistenza di Gigi (sdraiato sul letto, gambe in aria, alcool sulle caviglie) tornai come nuovo. Un po’ stanchino però.
    Da quella volta imparai a gestire i collassi da pesante droga leggera, me ne capitarono altri tre o quattro. Uno però non riuscii a gestirlo: di sera, uscito dall’auto per orinare, cominciai a vedere l’orizzonte dondolare e mi risvegliai a Castel Dell’Alpi, osteria lo Stragatto, su una sedia e con le gambe sul tavolo. Quando qualcuno stava male non lo portavano mica al pronto soccorso, lo portavano allo Stragatto.

    Ma torniamo al Gatto: durante un’altra prova tentavamo di coverizzare In The Court Of The Crimson King, e ho detto tutto. Nel brano, al momento del solista di flauto - che avrei imitato con la tastiera – la batteria si ferma e restano solo basso e flauto. Il Gatto invece partì con un roboante solo di batteria, e alle nostre rimostranze rispose “Ragazzi, le canzoni degli altri sono come dei quadri. Stanno appesi lì, li guardi, sono belli, ma non puoi aggiungerci nulla”.
    Insomma cominciò il mio primo allontanamento dai Big Fest. Volendoci tornare, dovetti suonare io la batteria. Il secondo allontanamento fu poi nel 1998, stranito dal cambio di residenza, ed il terzo che sta perdurando tuttora a causa dei figli. No, lo dico, che delle volte pensiate che io sia sereno.

    A proposito di quadri, il bar di Sabbioni esponeva una permanente delle sue opere. Un giorno mi scappò di girare un suo quadro, volevo vedere il retro. C’era scritto: lire 5000 trattabili.
    Famoso il suo haiku pronunciato mentre piallava le ringhiere in legno del Bar Del Corso. Qualcuno gli fece notare che stava piallando nel senso sbagliato, e lui gli rispose: “Ascolta… vendi la lavatrice e compra un phon”.
    Un altro aforisma lo espresse reggendosi alle maniglie della corriera da Loiano a Monghidoro: “Un giorno qui resteranno solo le maniglie…” e, guardando l’obliteratrice “…e la buchetta delle lettere”.
    Un pomeriggio andavo a Bologna con L, io e lui soli nel suo Ducato 9 posti, per incontrare un suo conoscente che ci avrebbe rifornito di qualcosa. Ci fermammo al semaforo rosso, a Loiano: il portellone laterale si aprì all’improvviso e il Gatto si fiondò dentro con naturalezza. “Dove andiamo?”
    Una sera era in pizzeria Windy a fare delle canne con l’origano. Poi mi chiese in prestito 5000 lire: quando gliele diedi, estrasse un foglietto con un lungo elenco di debiti e vi aggiunse il mio. Poi si studiò un pò il foglietto, e chiese a Sabrina che era seduta vicino: “Sabrina… secondo te un uomo può valere dei soldi?” Lei rispose di no, ed il Gatto accartocciò l’elenco e lo gettò.
    Un’altra volta ero al bancone del bar con R, e mi chiese 200 lire. Dopo averle ottenute, disse: “Grazie. Cosa bevete ragazzi?”

    Feci l’incomprensibile ed insano gesto di prestargli la mia Vespa. Prima di partire verso Loiano mi assicurò: “Tu mi conosci, sai dove abito. Se domani a mezzogiorno la Vespa non è parcheggiata sotto casa tua, chiama pure i Carabinieri”. Il giorno dopo ovviamente non c’era, e verso le sei di pomeriggio riuscii a rintracciarlo al telefono:
    - Lolli, scusa sai, ma sono rimasto a piedi, la Vespa non va.
    - Come non va? L’ho presa fuori da Simoncelli l’altra settimana…
    - Non va… ho anche cambiato due volte le candele, ma non va.
    - Ma hai fatto miscela?
    - Sì ho fatto il pieno… anzi forse è stato quello, gli ho messo solo la benzina, senza l’olio…
    - Allora per favore mettici un po’ d’olio e vieni qua.
    Quando arrivò si fece dare diecimila lire per le candele.
    La sera in cui c’era la prima TV del film The Wall su Italia Uno alle 23, suonò il campanello verso le 20. Aprii, ed il Gatto entrò. Incurante dei miei genitori si sedette sulla poltrona abituale di mio padre, e l’unica cosa che disse fu:
    - Quando comincia The Wall?
    - Alle undici.
    - Ah allora andiamo ad ascoltare un po’ di musica.
    Non ricordo come me ne liberai.

    Una notte verso le tre si attaccò al campanello di casa. All’epoca, quando dormivo, DORMIVO e non me ne accorsi. Mio padre si affacciò, e il Gatto gli disse “Sono il batterista di Riccardo, mi servirebbe la Vespa che devo andare a Firenze”
    Un'altra sera lo pedinai fino a casa mia, e lo osservai tentare di scassinare il garage per prendere la mia Vespa. Si era proprio affezionato.

    Una delle ultime volte che ne sentii parlare da vivo fu un pomeriggio in cui arrivai alla sala prove di Loiano, solitamente chiusa con serratura di sicurezza. Trovai il portone semiaperto, tenuto socchiuso da una serie di fili elettrici arrotolati alle maniglie, ed un pezzettino di portone grattugiato via in basso. Dentro non c’era nessuno, non era stato rubato nulla; solo la misteriosa presenza di una saponetta posata su uno scaffale. Chiamai Mario, che a seguito di breve indagine ricostruì l’accaduto: la sera precedente il Gatto si era fatto aprire da suo fratello Ruggero per poter suonare da solo la batteria. Un cane lupo randagio l’aveva seguito. Alcuni ragazzi del bar li avevano visti entrare, e chiusero dentro cane e Gatto legando fili elettrici stretti alle maniglie. Il cane, terrorizzato dalla batteria, raspò e addentò il legno per ore fino ad aprirsi un varco per fuggire. Il Gatto, accortosi dello scherzo dopo ore di rullate, essendo magrissimo riuscì a passare dalla fessura ottenuta facendo un po’ di forza sulle ante. Nulla sappiamo riguardo la comparsa della saponetta.

    giovedì 23 giugno 2011

    voyager

    Adesso dopo io poi forse ci sono anche tante cose che non capisco. Anche di Monghidoro, pur frequentandolo dal 1968. Certo che è colpa mia, su certe cose sono rimasto un pò indietro.
    A volte ci penso e ci ripenso, e qualche mese dopo rispetto agli altri ci arrivo.
    Ma questa qui, sono già almeno 6/7 anni che ci penso.


    Visualizzazione ingrandita della mappa

    Ci passo a piedi quasi tutti i giorni, due volte al giorno, prima e dopo pranzo. Come vedete siamo di fronte ad un bivio, non astrattamente ma è proprio un bivio. O vai a sinistra, o dritto.
    Qui è il punto preciso:


    Già fatico a comprendere il proseguimento del marciapiede in mezzo alla strada, sebbene ribassato, cioè non c'è più il caratteristico gradino a delimitarlo. Di solito non si disegnano delle strisce pedonali?
    Ma il cartello stradale di obbligo direzione, quello poggiato sui masagni gialloneri, mi fa veramente eiaculare. Prova te ad infrangere la segnaletica ed andare a destra se sei capace. Una quindicina di anni fa ci aveva provato un signore ubriaco in bici, schiantandosi contro un lampione.

    San Benedetto (poveri bimbi di)

    Ogni tanto lievi attacchi di panico mi ricordano che ho vissuto in posti del cazzo. E' ora di dirlo: il comune di San Benedetto Val Di Sambro è una bella merda. Sì va bè la splendida cornice, ma c'è di molto meglio a poca distanza. Io poi che praticamente sono e resto di Monghidoro ho scolpite nella mente, nel cuore e nei maroni alcune località ed alcuni scorci della natia terra. Che poi sono nato a Bologna in Viale Dante.
    Per farla breve, SBVS è lontano da tutto, esente da molto, e pieno di gente felice, come diceva Demetrio.

    Ho finalmente smesso di finanziare Sky: per restituire un cazzo di ricevitore satellitare che non serve più a nessuno e andrà a finire in discarica sono dovuto andare in negozio da Canova cinque volte, e ancora la pratica è sospesa perchè ha perso il codice cliente, e in rete non risulta più, e lascia pur dire.

    Lo scorso inverno tornando a Qualto col giro lungo (sapete, la frana che da dicembre 2009 sta ancora lì) mi fermo alla Crai, cantando no woman no crai, per comprare quattro scatole di sale grosso da buttare sulla stradina privata per evitare che ci fracassiamo le ossa in quattro. Il cortese gestore mi chiede della frana, stupito che sia ancora lì. Ah vedo che qua nel centro del sistema siete informati e vi interessa il destino dei poveri stronzi del forese. Però, aggiunge, stanno facendo dei gran lavori, un pò di disagio ma dopo avrete una strada bella larga che andrete di lusso. Altro?
    Un pò di disagio un cazzo, brutta testa di cazzo te e forza italia e le grandi opere, in un anno ho fatto 6500 km in più solo per andare a lavorare.

    Ah poi bella la serata estiva con i fichi d'india, cabaret di grande richiamo, piazza stipata all'inverosimile, i vips sulle sedie in posizione più elevata, e gli altri a pestarsi e a ridere per le cazzate. Giulio poverino voleva rendersi conto del perchè di tanto successo e vederli qualche minuto, ma siamo stati travolti dal popolo e cacciati dalla signorina del management per aver osato oltrepassare una transenna. Ma vaffanculo te, i fichi d'india e i cercanti.

    Va anche detto che Giulio ha frequentato due scuole materne del Comune (è stato costretto a cambiare in quanto il servizio di trasporto ha cessato il servizio, causa frana, come fosse colpa nostra), di cui posso parlare solo in termini più che positivi. Del resto non so.

    martedì 21 giugno 2011

    Il tempo passa, i passatempi

    Chi ha voglia di litigare su FB, per non parlare poi dei giochini del cazzo e le domande su di me, non ha la cucina devastata da un vecchio mobile pieno di tarli che ho dovuto svuotare al volo e sostituire con uno di ikea da montare, in mezzo ai cinni che sbriciolano il polistirolo dell'imballo per tutta la casa, già occupata dal contenuto del vecchio mobile e disseminata di giochi pennarelli didò fogli A/4 con disegnate le faccine pop di Francesco, che poi vi farò vedere, e ai gatti di mia suocera che scagagliano in giro. A ognuno i passatempi che si merita.
    Perchè eliminare un mobile pieno di tarli? Beh con una casa prefabbricata in legno, c'è di meglio.

    Grosso guaio a Chinatown

    Le registrazioni della mia trasmissione Studio Tan sono terminate martedì scorso. Oggi, con la scusa di voler partecipare a Non è un paese per umarells 3.0 (non c'è più posto per me, troppa gente in studio) sono tornato a quel ristorante pseudo cinese in via Ferrarese; l'altra volta avevo detto che non ci sarei tornato.
    E' stata confermata l'esperienza onirica. Non so di preciso, ma è come un sogno in cui posso prendere tutto quello che voglio, virus compresi, per € 9,90. Stavolta ho avuto proprio la nettissima sensazione del sogno.
    Già fuori, in via Ferrarese, trovo subito il parcheggio, e sono tutti cinesi. Dentro, tantissimi cinesi e molti italiani porci che mangiano a quattro palmenti, come me, servendosi con le stesse forchettone che poi appoggiano sul cibo, tenuto bene al caldino in modo che i batteri si sentano maggiormente a loro agio.
    Dentro i grandi vassoi metallizzati c'è tutto. Noodles di vari colori e con varie verdure, gamberi, pollo al curry, manzo e peperoni, bambù e peperoni, roba strana e peperoni, tofu che gonfia all'istante, radicchio cotto, rigatoni, lasagne, strane pizze al prosciutto finto, frittura di calamari, una roba rosso scura con poca ciccia e molto osso che ha un sapore mai sentito, probabilmente è gatto. Salse a parte, tutti tocciano il cucchiaino. Poi le cozze cotte, pericolosissime e le più ambite. Cozze crude, spiedini di gamberi crudi ed altre cruditè vanno portati al tizio che li cuoce lì per lì. Un altro tizio è addetto al servizio dei ravioli al vapore. La volta scorsa, una zuppa inglese indecente sembrava pongo. Oggi invece un créme caramel dentro la tazzina da caffè mi ha spinto a mangiarne due. Poi cocomero e gelati.
    Anche il rullo trasportatore col sushi è abbastanza frequentato, ma la varietà è un pò monotona.
    Non ho mai fatto sogni del genere, al massimo ho sognato di essere da Nannucci a riempirmi le braccia di vinile come facevo 25 anni fa, ma giuro che la sensazione era di stare sognando. Perchè poi? Come penso si sia capito, la smanazzeria collettiva nelle stesse posate - e non solo - mi faceva parecchio schifo, ed infatti mi sono limitato, avrei potuto mangiare il triplo.
    Va bè ci tornerò, poi vi farò sapere quando passerò dal letto al cesso con 38 di febbre, e il water mi sembrerà freddo come l'Antartide.
    Cos'ò?

    sabato 11 giugno 2011

    Cos'ò?

    Le cene abbondanti hanno i loro effetti.

    Stanotte ho sognato che aspettavo fosse pronto il pranzo, nella mia cucina. In soggiorno c'erano Franco e Ciccio. Giulio mi ha chiesto "Ma chi sono quelli?" Ho risposto "Due attori, sono molto bravi, ma sono morti". Nel frattempo ero seduto in braccio a Michelle Hunziker, che però non mi considerava molto. Ha espresso un giudizio positivo sul fatto che tenessi la tv spenta. Io pensavo "Stasera le chiedo l'amicizia su facebook". Quando ha cominciato a farmi un massaggio alle dita dei piedi, mi sono svegliato.

    Più tardi sono passato alla piazza di Monghidoro, dove dei ceffi lanciavano in aria bicchierate di urina. Uno mi ha centrato in pieno, ed io incazzato nero ho cominciato ad inseguirlo. L'ho catturato, ma era Dino Dini e gli ho detto "Non ti massacro proprio perchè sei tu". Un suo amico: "Ma cosa vuoi che siano due gocce di piscia" Io ho cominciato a snocciolare un elenco dei miei problemi, aggiungendo che dopo tutto questo ci mancava anche la piscia addosso.
    Giunto arrancando nel vecchio ufficio di mio padre in Piazzetta S. Leonardo, per potermi lavare, trovo i pavimenti sconnessi e le tubature che gettano acqua in giro. Un water enorme è stracolmo d'acqua, e le pareti interne ricoperte di merda, tipo qualcuno che non l'aveva pulito ma all'ennesima potenza. Sarà stato il muratore.
    Arriva Giulio e si mette a lavarsi le mani dentro a questo water. Io comincio a piangere urlando finchè non mi sveglio.
    Cos'ò?

    mercoledì 8 giugno 2011

    Buon pro

    Generalmente sono pieno di rimpianti, oltre che di sovrastrutture, e le sovrastrutture pure, quindi sono pieno di sovrasovrastrutture e di rimpianti pure.
    Ma qualcosa di buono l'ho fatto anche nell'oscuro passato. Tipo quando ce l'avevo con la pro loco di Monghidoro nel 1985, e giravo in vespa con attaccato un gran cartello "PRO LORO"

    venerdì 3 giugno 2011

    Habemus Bravia

    Da un pezzo non andavo al cinema, causa presenza di minorenni in casa. Anzi, ho visto Rango a Lagaro ma è stata un'esperienza peculiare. A parte il sonno che mi opprime, Giulio non è rimasto entusiasmato, e mi è toccato di sentire una mamma affermare che "era da Wall-E che non ne vedevo uno così brutto". Beh c'era una certa crisi di astinenza: Carlo ha detto che le famiglie di Lagaro si lamentavano perchè da un mese non arrivavano più cartoni animati.
    Poi insomma, diciamocelo, siamo affezionati da 30 anni al cinema di Lagaro, ma l'audio è mono, e se vado nell'ultima fila che mi viene sempre consigliata perchè c'è il riscaldamento, non ci vedo.
    E tutti quei bei film che c'erano una volta? Carpenter, Kubrick. Ho visto Sacrificio di Tarkovskji (ma era una rassegna, organizzata tra l'altro da Angela quando non ci conoscevamo ancora). Ho visto un porno molto divertente. Chiedevamo Tommy di Ken Russell, e Carlo ce lo portava. Sono rimasti solo i cartoni e le commedie italiane.

    Tuttavia, a seguito della decisione di Angela di andare con Stefania a vedere Habemus Papam, me sò ddetto "Ahò" e ho fatto in modo di andarci anch'io una sera successiva, ricordando di aver visto La Messa E' Finita in prima visione quando potevo aggirarmi impunemente per il centro di Bologna a qualunque ora, ed in mano un libro su Moretti comprato al Lumiére. Su Moretti non transigo.
    Non darò commenti o giudizi sul film, che non mi sento in grado di giudicare. Come se Moretti venisse a dirmi che le mie canzoni sono frammentarie e altalenanti.
    Però sul cinema sì.

    L'Arlecchino lo ricordavo come una delle eccellenze di Bologna. Ci ricordo Seven di Fincher, tra i molti.
    Ora c'è il posto numerato come nelle multisale, ed entrando leggo cartelli "nuova gestione" come le rosticcerie. Mi siedo, e la poltrona molto bella è allucinante. Saranno sempre quelle di una volta, sarò io che ho i residui di tre ernie e mi sono appena strafogato con un kebab di fronte, ma non si riesce a starci seduti.
    Parte il film con una gnolina ciclica nella colonna sonora, che la mia triennale esperienza di proiezionista immagina causata dalla pellicola molto rovinata nella parte iniziale, quella che si tocca di più con le manacce. Infatti è così, perchè dopo migliora, ma alla faccia. Per rovinare 3 / 4 minuti di pellicola bisogna addobbarci l'albero di natale. Oppure il classico "ops" dinanzi al rullo che si è srotolato e intrecciato.

    Non migliora l'immagine, con un contorno mascherina sfuocato a livelli psichedelici, sembra di guardare attraverso un telescopio giocattolo. Ancora graffi tra le giunzioni dei rulli, e soprattutto quell'ombra scura che mi è già capitata tanti anni fa al Giardino. Da quella volta al Giardino non ci andai più. C'era anche l'aggravante del dialogo con la cassiera: "sono 12.000" "Ho solo 50.000" "Non li ha cambi?" "Eh no mi dispiace" "Ufffff..." e mi dà il resto.
    Non ho ancora scoperto di preciso che cazzo sia quell'ombra centrale che si muove anche. Sono convinto che si tratti di uno specchietto, come quello che serviva al proiezionista di Wenders nel Corso Del Tempo per masturbarsi, scoperto da Rudiger Vogler.

    Comunque insomma la situazione mi sembra veramente una merda. Il cinema è semivuoto, ma tre dame con l'uomo che fa il salame sono sedute abbastanza vicine da sentirle dire, quando sul finale Piccoli si affaccia: "adesso casca di sotto". Eh cazzo.
    Mai ai livelli di Fratelli di Abel Ferrara, quando passai buona parte del film a zittire uno stronzo parecchie file dietro, e con me altri, a ripetere "SSHHHH". Finito il film, questo si alza e chiede "chi è che diceva SSHH?" E' partita una rissa verbale con partecipazioni di tua madre e tua sorella, altro che Abel Ferrara. Il pubblico ha smesso di uscire per gustarsi l'imprevisto.

    D'ora in poi, anche potendo, al cinema mi sa che ci andrò più poco. In soggiorno ho un Sony Bravia full HD 46 pollici, pagato poco perchè è il modello vecchio, e un home theater Onkyo. Totale 1000 euro, non è che mi sia rovinato, e la qualità è enormemente superiore a certe sale cinematografiche.
    Ho scaricato illegalmente le versioni HD di alcuni film di cui possiedo già legalmente il dvd, perchè poi non è che ho i soldi di Scorsese che compra sempre la versione migliore. Se penso che sono partito da copie di Betamax sul Video 2000 ho già avuto modo di rovinarmi.
    Comunque Moretti quando esce in blu ray lo compro, me lo riguardo e sarà come la prima volta.

    Real time

    Davanti al bar centrale c'è un tizio che dorme in coma etilico, si è vomitato addosso, e le forze dell'ordine stanno indagando. Rompendo così le balle a Sandro e Roberto che sono lì a lavorare dalle 4 del mattino, e gli hanno servito solo un negroni.

    Ma io resto sempre basito dalle zaffate di arbre magique al gusto vaniglia che escono dalle portiere aperte delle auto in sosta: mi riportano improvvisamente al 1990, anno con i suoi alti e bassi, ma soprattutto alti.

    prima Scarica l'asino, dopo senti Bo Diddley




    sono messo male

    In vendita su www.psq1.com il cd compilation CANZONI CHE COSTANO UN PO' MENO DEL SOLITO, assemblato da Stefano W. Pasquini in occasione della mostra ferrarese AIUTATEMI CHE SONO MESSO MALE


    da www.stefpasquini.com 
    [...]
    Per autofinanziare virtualmente il progetto, Stefano W. Pasquini ha invitato una serie di musicisti a donare una canzone per una compilation musicale intitolata "Canzoni che costano un po' meno del solito", ventitré brani, di cui alcuni inediti, a formare un maquillage divertente ed eterogeneo a cui non manca un piglio di anarchia: dai New Hyronja di Danilo “Maso” Masotti (padre del famoso blog sugli Umarells) con un brano che fa il verso al mantra di Angelo Rizzi e sbeffeggia Bologna capitale europea della cultura, si passa ai tedeschi Weihnachtszwerge, poi Riccardo LolliBagawireMarzipan Marzipan e tanti altri. Da notare la presenza del gruppo vocale provenzale Lo Còr de la Plana, il cui hit Tan Deman è stato suonato dal vivo in un tour mondiale di oltre 40 paesi, e il bolognese Yu Guerra che propone una canzone dal suo ultimo album “Messaggio Inutile”. I Rifondazione Sklero intonano il Canto di dolore di un tombino, mentre l'esordiente Agonia intona un rap contro la mercificazione dell'uomo. Altri nomi illustri sono Pierdiego and his deficient crewAlberto Despini, gli americani Troostite ed il tedesco Jörg Dreisörner-Wichmann, scomparso lo scorso anno, a cui il CD e' dedicato. Come finale, non poteva mancare l'intervento gioviale del ferrarese Guido Foddis, che con “Pagherò” trasforma tutti i nostri guai in un sorriso dal ritornello stile spaghetti e mandolino. Una compilation in edizione limitata che non può mancare in nessuna collezione musicale o artistica.

    2010 - Il ballo salterino

    Dopo aver passato la revisione di Angela per eliminare tutto ciò che potesse dare adito a querele, ho appena inviato ciò che segue al Sindaco di SBVS.
    Qui tra noi su facebook aggiungo solo la seguente enunciazione: "ti venisse il ballo salterino in una stanza bassa"

    Al Sig. Sindaco del Comune di San Benedetto Val Di Sambro

    Mi chiamo Riccardo Lolli, sono residente a Qualto dal 1998 con mia moglie e due figli di 6 e 2 anni.
    I fatti, incontrovertibili: in dicembre 2009 è franata la strada nel tratto Qualto / Fornelli, non per cause naturali ma per l’abbandono dei lavori di Società Autostrade, incuria e incompetenza nei controlli.
    A dicembre 2010 non è ancora stato fatto nulla a riguardo, perché a Società Autostrade fa comodo avere poco traffico nell’intero tratto Fornelli / Montefredente, dove sta compiendo grandi opere di allargamento, cambi di tracciato, ponti; di questa comodità ne ha approfittato largamente, lavorando su tutto il tratto eccetto che sulla frana.

    Ho tentato di presenziare all’ultima riunione di frazione di Qualto, ma Lei era venuto il giorno precedente, quando il bar usualmente prescelto è chiuso per turno. La cosa sarebbe anche divertente da raccontare, in un altro frangente. Non sono stato in grado di partecipare alla riunione successiva, dovendo gestire i bambini: da quando è franata la strada generalmente non abbiamo nessuno che si prenda la briga di venire fino qua ad aiutarci.

    Da gennaio ad ottobre 2010, per andare a lavorare a Monghidoro ogni giorno da lunedì a venerdì, sono stato costretto ad effettuare 6400 km in più, spendendo circa 800 euro di benzina – senza contare l’usura gomme, sospensioni eccetera – ed impiegando 120 ore in più.
    Non ho conteggiato le visite ai miei genitori nei fine settimana, né il fatto che in queste condizioni rinuncio ad andare a Monghidoro o Loiano per le mie attività di carattere musicale, essendo anche musicista.
    Non mi sembra che stiamo parlando di niente.

    Recentemente il tratto Qualto / Montefredente, l’unico rimasto a permettere qualsiasi spostamento a me, alla mia famiglia e a tutti i residenti di Qualto, è stato allegramente sventrato e versa in condizioni peggiori di qualsiasi strada di cantiere.
    Ieri la prima nevicata. Alle 8 di mattina nevicava già, lo spartineve è arrivato intorno alle 18, ma tanto era domenica. Aspettavamo visite di ausilio familiare nel pomeriggio, non è riuscito ad arrivare nessuno.
    Durante tutti gli scorsi inverni, ho visto i mezzi spartineve arrivare al più presto alle 10 di mattina, quando noi avremmo necessità di partire per il lavoro qualche ora prima, e TUTTE le altre strade erano perfettamente sgombre. Il lavoro compiuto dagli addetti è sempre uguale e quantomeno discutibile, dal momento che andando verso Montefredente chiudono l’accesso alla piazza di Qualto con una cavalla di neve, per poi liberarla con comodo al ritorno.
    Quando una mattina Le telefonai per richiedere un intervento, mi fu risposto che dovevo montare le catene come faceva Lei. Se solo fossi riuscito a camminare fino all’auto, dato lo strato di ghiaccio a terra, alle catene avrei pensato anche in autonomia, senza bisogno di suggerimenti.

    Non so se a Lei risulta che a Qualto vivano esclusivamente quattro buzzurri nullafacenti: a me risulta che ci siano famiglie, bambini, anziani, lavoratori.
    E’ un miracolo che nessuno abbia mai avuto bisogno di cure urgenti nei giorni in cui siamo stati isolati dal mondo circostante; e vivo nella speranza che continui a non accadere.
    Mi sembra evidente che alle elezioni amministrative sarebbe stato più sensato aver votato Padre Pio.
    Io e mia moglie abbiamo invece votato per la Sua amministrazione, e ce ne siamo pentiti avendo constatato che anziché curare gli interessi dei cittadini (in questo caso riaprire la strada in tempi brevi o almeno ragionevoli) ha curato ESCLUSIVAMENTE gli interessi di Società Autostrade. Poiché nessuno si vergogna di questa situazione, mi vergogno io per averLa votata due volte.

    Visto l’amichevole e servile rapporto con Società Autostrade, l’amministrazione potrebbe richiedere un risarcimento spontaneo a tutti i residenti di Qualto, che so, sotto forma di tessere autostradali prepagate, siccome di vile denaro non si può parlare mai.
    Da parte mia, escluderei l’ipotesi di un accordo con un’autofficina a cui appaltare il lavoro necessario per restituirmi i 6400 km mettendo indietro il contachilometri.

    Non mi presento di persona nel Suo ufficio perché credo di essere molto più efficace scrivendo.
    Non ho bisogno di commenti o risposte, credo che dopo un anno non ce ne siano di minimamente valide.
    In attesa della prossima nevicata, mi congedo.

    menu

    • Pesce Gatto del Congo (con la bocca come i Moguru)
    • Pesce Tigre Golia arrosto con patate Activ Plus
    • Due etti di Filetto di Triggeratopo, animale bionico preistorico che ti sodomizza e prende le tue sembianze
    • Mozzarella di cincillà
    • Berretto di panda (4x4)
    • Pasta d'uomo
    • Cappuccio e pastinaca (il cappuccio è aumentato dal 1° giugno)
    • Chihuahua ai quattro formaggi
    • Bottarga di piranha
    • Kebab di lupo crudo con fango piccante, yogurt obsoleto, erba di fascia di rispetto autostradale e bacche di tuja
    • Brodo duro
    • Yougurt, il tuo yogurt su youtube
    • L'orso Yogurt

    E lui...

    ...lui rinchiudetelo nelle carceri turche, reparto Sodomiti Accaniti.

    Roba antica ma che non dimostra l'età








    Prim'omaggio

    Il primo maggio 2007 l’idea è quella di andare a Cervia per la festa degli aquiloni. Abbiamo solo Giulio, che ha due anni e mezzo; Francesco nascerà l‘anno successivo.
    Ora purtroppo la rimozione ha giocato brutti scherzi, ma ricordo chiaramente il paio d’ore di auto in coda nei pressi di Mirabilandia, dove andammo l’anno precedente e devo dire che non fu così drammatico come tutti state pensando.
    Insomma riusciamo a parcheggiare ed a raggiungere la spiaggia, stipata di famiglie che vagano di qua e di là dalle transenne che proteggono i partecipanti alla gara, almeno credo, perché come al solito non capisco quasi un cazzo di ciò che sta succedendo.
    Dopo un paio di “Oooh guarda l’aquila – Oooh guarda il pesce” e una decina di foto orrende, l’unico posto dove potersi fermare a cambiare il pannolino è un ombrellone dotato di sdraio, al momento non utilizzato dal cliente dello stabilimento. Pertanto Angela si siede e Giulio comincia a scavare nella sabbia ed agire genericamente.
    Una bambina di circa 8 anni ci guarda dall’ombrellone di fianco con gli occhi di Damien, quello della Maledizione Di, e dice: “Voi non potreste neanche stare qui”.
    Essendo sia per legge che per mia natura impossibilitato ad uccidere una minorenne, mi alzo e vado verso l’edificio con l’intenzione di affittare un ombrellone per la giornata. Dentro il bar, un sacco di bei giovani abbronzati in canottiera agiscono genericamente con le mani piene di mojiti e birre, e il cassiere si fa i cassi suoi. D’altronde è un bel giovane abbronzato in canottiera, cosa vuoi mai. Gli chiedo per l’ombrellone e lui, scandalizzato per essersi sentito chiedere un ombrellone al bar, mi manda là di dietro dal proprietario. Ci metto un po’ a trovare il là di dietro, che è un’altra cassa dove il proprietario, già un pochino più agée, si sta abbuffando fuori orario con un risotto alle vongole. Gli chiedo un’ombrellone, e mi risponde più o meno “Wof boff, aff aff Woowaga” indicando qualcosa con la forchetta. Rispondo “Sì sì grazie, ci penso io” e torno dalla famiglia, convincendoli ad andarcene.

    Pasqetta 2011

    Pasqetta, gita all’acquario di Livorno. La sveglia delle 6:00 sul Nokia di Angela non ha funzionato (abbiamo capito il perché verso le 16:45, quando ha poi suonato) pertanto ci siamo precipitati in stazione ferroviaria S.B.V.S. tentando di prendere due interi e un ridotto andata e ritorno dalla macchinetta satanica, senza soldi cambi, senza resto, non riuscendo a farLe digerire le banconote. Insomma ci siamo presentati dinanzi al treno mentre stava chiudendo le porte, e ce le hanno riaperte.

    Dopo il cambio treno a Firenze Rifredi arriviamo a Livorno, prendiamo il bus, arriviamo all’acquario. Fila per entrare. Nel frattempo per ingannare l’attesa si possono fare le foto ai bimbi insieme al cartonato del polipo, ma bisogna fare la fila. Entriamo e francamente non mi pare che Giulio e Francesco siano particolarmente entusiasmati da pesci, sqali, razze, ma probabilmente mi sbaglio. Interessa molto fare la foto con lo sqalo finto a grandezza naturale, e dentro il guscio di tartaruga; bisogna però aspettare che abbia finito una famiglia micidiale con 7/8 bambini.
    Non si può usare il flash, è scritto dovunque a caratteri enormi, e con un bel logo che capirebbero anche i birmani dislessici. Prendo il mio tempo per regolare la mia piccola fotocamera digitale sugli ISO 400, ed il problema è risolto. Un napoletano (anzi, per non essere tacciato di razzismo, un bergamasco) continua a fotografare il suo rumoroso figliolo di fronte a cernie e pesci palla, lanciando bordate di flash che darebbero noia anche a Stevie Wonder.

    Usciamo e tentiamo di nutrire la prole presso uno dei due “chalet” adiacenti. Dopo 30 minuti di attesa seduti al tavolo cercando di arginare i danni provocati dai due minorenni a posate tovaglioli e bicchieri, nessuno viene a prendere l’ordine, allora mi incazzo e convinco la famiglia ad andarsene. La famiglia mi bersaglia di insulti.
    A seguito di un vagare a piedi nel quartiere, entriamo in una fetida pizzeria al piano primo di un condominio da ristrutturare, ma ne usciamo subito per poi ripararci presso un’altra pizzeria, dove però a pranzo non fanno la pizza, e la frittura che avrebbe preso volentieri Angela era finita causa clientela pasqale. Incredibile come non avessi fame. Prendo un misero carpaccio misto, che era poi tonno, spada, insalata, pomodoro e aglio, e ne do metà a Giulio che sta abbaiando dalla fame. In seguito Giulio e Francesco si sono violentemente contesi una breve terrina di penne al pesto, versandoci anche dentro un bicchiere d’acqua gasata, e Angela ha sfidato il lunedì con uno spaghetto alle vongole. Conto veloce senza ricevuta 45 euro. Angela protesta: a seguito di ricalcolo diventano 36 euro. Andiamo a prendere i gelati in una yogurteria vicino al condominio di prima. Non si capisce un cazzo tra frappè con nomi strani e misteriosi accessori (cereali, orsetti, Raffaello, cioccominchie varie) con cui fare aspergere il gelato allo yogurt nelle coppette da un gusto e due gusti, che poi il gusto è sempre uno: yogurt.
    Sento tirare uno sciacquone, e mentre mangio il gelato vedo sopra di me un tubo che fuoriesce da un pilastro condominiale. La merda passa proprio da lì.

    Cerchiamo un posto balneare per fare arrivare l’ora del treno di ritorno, che è tra cinque ore. Dopo un altro lungo vagare, scartiamo una discarica con tanto di fuoriuscita fognaria di larghezza circa 2 metri ed approdiamo in una spiaggetta ghiaiata piena di cicche e cocci. Giulio si sveste e girovaga, Francesco si addormenta. Forse è lì che perdo le chiavi di casa, oppure in uno dei cinque treni, oppure in giro con Francesco in braccio, non saprei.

    Il treno dell’ultimo tratto di ritorno, il regionale Prato – Bologna, è stipato già venti minuti prima di partire. Mi siedo con Giulio di fronte ad una coppia di enormi mormoni rumeni, uomo e donna, vestiti completamente di bianco, che si vogliono palesemente molto bene. Poi vedo sedersi vicino a me Angelo Rizzi, l’uomo del mantra “aiutatemi che sono messo male”. Stavolta avrei voluto dirglielo io.

    Il giorno dopo entro negli studi di BO210 prima di registrare la mia trasmissione, e accenno un saluto a Danilo Masotti in una pausa spot. Lui mi cattura immediatamente lanciandomi in diretta a raccontare quanto sopra, il che mi piace moltissimo.
    Tengo peraltro a precisare che l’utilizzo della Q in Pasqa, sqalo e qore è copyright di Masotti.

    Meglio di no

    Ma parliamo di Revega innamorato di Rossella. Mi pare fosse il 1986. Quella sera di agosto era molto caldo, e Revega uscì con una canottiera molto scollata a righe bianche e nere orizzontali. L’odore era piuttosto percepibile (vedi “Volevo Dire Una Cosa”, capitolo scritto da Paolo Aprile). In piazza c’era la festa dei commercianti e si potevano mangiare gratis piatti di tonno fagioli e cipolla. Revega ne mangiò cinque senza alcuna remora, bevve qualche birra, si infilò nel girocollo della canottiera un pupazzo di peluche che aveva vinto nel pomeriggio alla pesca della festa dell’Unità. Vide Rossella a un tavolo del Caffè del Corso in compagnia di amici, agguantò una sedia e si unì al gruppo salutando Rossella con enfasi e dicendo cose piuttosto astratte (d’altronde all’epoca gli era sufficiente un paio di birre per apparire ubriaco ed agire in forme mistiche; una volta si spalmò del ketchup sulle mani ed in faccia).
    Estrasse il peluche dal suo petto villoso e lo ripose più volte, gli fece muovere le zampine berciando in tono acuto, finchè volle consegnarlo a Rossella come segno tangibile del suo romantico interesse.
    Ad ennesima dimostrazione della sua signorilità, Rossella accettò ringraziando con un dolce sorriso.
    Io osservai il tutto da poco lontano con Padulo, Oreste ed il Mister.

    C'è di peggio

    Lolli presenzialista a Non E' Un Paese Per Umarells 3.0

    Video rimosso per non rischiare spiacevolezze appenniniche

    Ti ricordi? Ti ricordi? La corriera

    Nel 1989 prendevo ancora la corriera ogni mattina alle 6:20 per recarmi a Bologna nell’ultima delle varie scuole che avevo mutato. Mutevole era pure il percorso della linea all’interno del paese di Monghidoro: nell’ultima versione da me frequentata salivo davanti alla pesa, e da lì a 200 metri c’era la fermata successiva nella piazza principale, dove salivano i più. I più mi hanno detto che spesso, quando salivano, ero già addormentato. Negli ultimi tempi, grazie al walkman Aiwa, riuscivo ad isolarmi dal rumore dei rompicoglioni che salivano a Pianoro (qui si potrebbe aprire un dibattito sul mio razzismo nei confronti dei pianoresi), quindi dormivo piuttosto bene finchè qualcuno non mi svegliava all’ultimo istante giusto in tempo per catapultarmi fuori dal portellone all’ultima fermata di Via Murri. Nel walkman ricordo grandi quantità – grazie a Fabrizio – di Christy Moore, Alan Stivell, Pentangle, Hatfield & The North, Peter Gabriel, brani miei, e il magnifico BLONDEL degli Amazing Blondel.
    Arrivavo quasi sempre in ritardo a scuola, non per colpa mia, ma causa a) le contorsioni della Futa, b) la deviazione nella zona industriale di Pian di Macina e c) il traffico da Rastignano in avanti. D’altronde per essere a scuola alle 8:15 sembrava a tutti un pò eccessivo prendere la corriera precedente. A volte però l’ho fatto. A volte era anche molto bello, sempre sulla linea delle 6:20, scendere a Loiano e acchiappare al volo la corriera che veniva dalla fondovalle Savena e saltava il giro di Pian di Macina, quindi arrivava molto prima e c’era più tempo per la colazione all’arrivo. Una volta però, con Rimba, non riuscimmo nell’acchiappo e rimanemmo a Loiano come due babbei.
    Ma la cosa migliore di tutte era trovare un passaggio in auto, cosa piuttosto rara a quell’orario. Io e Rimba in quel periodo eravamo capitati nella stessa classe a causa delle mie ripetenze, ed eravamo quotidianamente attaccati come due fratellini spauriti. Si dà il caso che ogni tanto beccavamo Gag che andava a lavorare con la sua veloce Uno Turbo. Quella mattina, oltre al solito sottofondo musicale piacevolmente ardito per il pre-alba che purtroppo non ricordo nel dettaglio, Gag ci rese partecipi di un micidiale cannone di marijuana, forse prefabbricato la sera prima. Allegri e fumanti giù dalla Fabbrica, arrivammo dunque in città con largo anticipo e piuttosto alienati. Tutta Via S. Stefano a piedi non ci fece certo smaltire la psichedelia, anzi Rimba volle fermarsi ad un paio di bar per bere un bicchiere di vino rosso e, se ben ricordo, un martini. Io mi limitai a cappuccini e tramezzini. Entrammo quindi in aula ad affrontare un compito di italiano, ma non uno qualunque: era la prova generale per l’esame di maturità. Ora non ricordo nulla né dei temi proposti, né di quello scelto, né dello svolgimento. Ricordo invece benissimo che il mio voto fu 9, e quello di Rimba 4.
    A volte Rimba mi piaceva molto, come quando rispondeva al telefono a clienti di suo padre e nel mezzo della conversazione si strofinava la cornetta sul pacco. Oppure quando rispose all’assessore architetto Farini che voleva comprargli un portafoglio Timberland per 10.000 lire “per diecimila ti do in bocca”.

    Va bè dai, è il primo post

    Dagli archivi sono recentemente spuntate fuori queste scritture, concepite e vergate durante l’orario scolastico dell’anno 1986/87, quando avevo 19 anni e utilizzavo per la prima volta i personal computers.

    Siano esse di monitor.

    DIMOSTRARE CHE RICCARDO LOLLI ESISTE

    L = O – (dc x psi / 2)
    Ponendo O = c, si elidono le c dividendo per 2:
    L = psdi
    L = pp
    L = 2p
    L = p2
    Levando gli occhiali a Lolli, l’espressione non cambia.

    Postulato di Gasparetto ovvero delle Mutande Fredde:
    L = O – (dc x psi / 2)
    L = O – (dcpsi / 2)
    Se tolgo la O debbo inserirla dentro la parentesi, per cui:
    L = docpsi / 2
    Ora, posto che la "L" maiuscola equivale a 2 "l" minuscole e posto che docpsi / 2 equivale a
    doc + psi, equipollenti:

    docl = psil

    Anagrammando si ottiene
    SLIP = COLD

    Ti risulta anche a te?

    Enunciato di Steve Hunters

    L'altro giorno avevo fatto una super disamina lunghissima al tuo teorema e mentre stavo scrivendo l'ultima parola mi è andato in blocco il computer... dannaz!!!
    Avevo usato formule matematiche, estetiche e fisiche che poi non potevo più ricordare perché usando -  strettamente, si intende - un enunciato che viene dimostrato nell'ambito di una teoria formale (come ogni altra proposizione derivabile dagli assiomi della teoria mediante un procedimento dimostrativo) con lemmi e corollari per dare dunque un'implicazione logica tra due predicati o insiemi di predicati coll'utilizzo di assiomi e postulati irreprensibili e più rilassati dato dalla dizione dell'ultimo teorema di Fermat utilizzata prima del completamento della sua dimostrazione per merito soprattutto di Andrew Wiles. Insomma, avevo smontato e rimontato il tuo teorema dimostrando che L : p2 = cold : slip che potremmo definire la Legge delle mutande fredde, così, come è dato gli assiomi di Peano per la matematica, o gli assiomi di Zermelo-Fraenkel per la teoria degli insiemi.
    Ciao, muovo il Cavallo in D5 controllando la tua Regina e mettendo in serio pericolo il Re.
    Attendo con ansia la tua prossima mossa.

    CONCETTI ALLA PROVA

    VOLGO ATTIVO

    E’ quel volgo in grado di dare inizio ad un processo di elettrolisi e si indica con Z(ARZ).

    VOLGO PASSIVO

    E’ quel volgo che subisce l’azione. Si indica con P(AZ).

    POTERE DISPERSIVO DEI CICCIOLI

    E’ la capacità dei ciccioli di disperdere le cariche elettrostatiche: esse si dirigono verso il lato più resistente al pelo.
    E’ a causa di questa proprietà che i ciccioli non possono venire utilizzati per la costruzione di accumulatori nucleari a spinta di Rapezzi.

    PANINO CENTRIPETO

    E’ un panino diretto verso il centro, cioè lo stomaco.
    E’ opposto al panino centrifugo, che si dirige verso l’esterno ed è tangente all’esofago.

    LA SCARDAMAGLIA

    La Scardamaglia si divide in due tipi principali:
    a)      a perno (la più usata)
    b)      ad avviamento ritardato.
    Mentre della seconda verranno dati solo alcuni cenni, della prima possiamo dire che possiede l’ovale a scatti e la foglia in vetroresina. Senza i suddetti accessori la Scardamaglia a perno non potrebbe essere utilizzata, essendo la percentuale di acido 2-metilbenzenico abbastanza elevata.

    I FLUTTI
    I flutti sono gli zampini dei pesci.

    IL COSMOPOLITA

    Il cosmopolita è uno a cui vanno bene tutti i vestiti.
    Il cosmopolita è uno che si rigira nel letto.
    BASIC
    1Ø home
    2Ø rem "non è tutto oro quello che moccola"
    3Ø let x = x (Laurie Anderson)
    4Ø Bù!
    41 same as 4Ø
    5Ø input gallina = canta
    6Ø if zut = znort then goto the river
    7Ø n.b. scroll sload slist pprint
    8Ø next train to Amsterdam
    9Ø end
    1ØØ post scriptum: run run run heatwave cobwebs & strange

    DIALOGHI

    -         Buongiorno, vorrei un’indulgenza.
    -         Plenaria o semplice?

    -         Io credo nelle bistecche.
    -         Sei un illuminista!

    -         Buongiorno, la mia telecamera ha due lux.
    -         Anche lei usa lux?
    -         Ne uso due.
    (Lolli & Paolo Aprile, 1990)


    Videonoleggiatore (V1) - Ciao V2.
    V2 – Oh ciao V1. Tutto bene, sì? (e posa sul banco La Repubblica, giornale noto ai tempi per allegare ogni settimana film in VHS. Lo legge con attenzione, dalla prima all’ultima pagina, in silenzio di fronte a V1) Vuoi leggerlo?
    V1 – No grazie, quei giornali di merda non li voglio neanche vedere.
    V2 – … (prende il giornale ed esce dal videonolo)
    Dopo dieci minuti, suona il telefono.
    V1 – Pronto?
    V2 – Ah, sono V2. Volevo dirti che non puoi permetterti di dare certi giudizi sui giornali che leggo, e…
    V1 – Ma vaffanculo va. (clic)


    V2 - Oh Lolli, ciao. Volevo chiederti: sai dove posso comprare delle custodie vuote per cd, che ne ho rotte un paio?
    Lolli - Mah guarda, se te ne bastano 2 o 3 ce le ho io. Mi accompagni a prendere il caffè poi andiamo a prenderle.
    V2 - OK. (si incamminano) Oh guarda, c’è quella testa di cazzo del figlio di Monini. Allora tutto a posto eh. Solite cose. Niente di nuovo. D’altronde cosa vuoi pretendere da un paese come questo? La nebbia totale. Nebbia di inverno e anche d’estate. Le manifestazioni in piazza, con l’assessore che squittisce sul palco. Ah che roba. Poi quell’altro bastardo, che organizza le manifestazioni, i mercatini, eh.
    Lolli – Sì veramente è un mio amico…
    V2 - Guarda, è lì che va al bar, guarda com’è grasso, tra lui e sua moglie chissà quanta merda che fanno quando vanno al cesso, vaffanculo va. Va bè che adesso forse ho trovato una casa là… Vado un po’ là…
    Lolli – Là dove?
    V2 – Mah là, là per di là, ora vedo, vado un pò là, perché qua.... Va bè che poi anche là… Comunque insomma là, meglio che qua… Comunque qui siamo arrivati ad un livello veramente insostenibile. I marocchini, i nullafacenti, i tossici, gli spacciatori… Ma porca puttana… Che gente di merda… Tutto il giorno davanti al bar… Ma vaffanculo… MA VAFFANCULO! VAFFANCULO! CHE VITA DI MERDA! CHE PAESE DI MERDA! VAFFANCULO! NON LE VOGLIO NEANCHE LE TUE CUSTODIE, TANTO ROMPO ANCHE QUELLE! CIAO!

    V2 – Oh ciao Lolli. Solite cose eh, tutto a posto, in questo bel paese di merda.
    Lolli – Ehm ciao (pensa a come fuggire)
    V2 – Vai a lavorare eh? Vengo un attimo con te, che dopo devo andare là, che forse ho trovato una casa e vado a stare un po’ là, va bè che poi anche là…
    Lolli – (lampo di genio) Hai poi trovato quel lavoro che mi avevi detto che cercavi?
    V2 – Beh ciao.

    Passando con telecamera e vcr portatile davanti alla caserma dei carabinieri, incontro il maresciallo.
    -         Buongiorno Lolli. Dove va con quell’attrezzatura?
    -         Vado sull’Alpe, a fare delle riprese delle sorgenti, per un video…
    -         Ah un picnic.
    -         Si no cioè…
    -         Va bene Lolli, allora buon divertimento.
    -         Grazie.
    -         Grazie a lei.

    POESIE

    O ZIO
    Tu
    Sei buono
    Sei pio
    O zio!
    Tu
    Vai a punto
    Da dio
    O zio!
    Comunque
    Il punto
    Era mio
    O zio.

    FRANCO
    Franco,
    Ti manco?
    Non amo
    Gaetano,
    Franco.
    Sei stanco.
    Col Lenco
    Ascolti Tenco
    E intanto
    Ti tento
    Soltanto
    Col fianco.
    Franco.

    POESIA ERMETICA
    REAZIONI
    HCl Û H+ + Cl-
    H2SO4 Û 2H+ + SO4 - -
    H3PO4 + H2O Û H3O+ + H2PO4 - -
    2KCl + H2SO4 Û 2HCl + K2SO4

    POESIE ERMETICHE

    T.F.C. (Tonno Fagioli & Cipolla)
    Tu, tonno, ti tuffi tanto.
    Fatti fagioli, Filippo, ferro;
    Con cipolla, cercami così.

    C.T.F. (Cipolla Tonno & Fagioli)
    Cipolla, ci polleggiamo
    Tutti tondi, tanta testa
    Facendo finta fumare fuori.

    F.T.C. (Fagioli Tonno & Cipolla)
    Farei fesso
    Tamugno tonno
    Cipolla Cico.

    NUOVO ORARIO PALAGI

    Ambo
    Terno
    Latino
    Swahili
    Buddismo
    Dàttilo
    Dattìlo

    NENIE
    Sotto la cappa del camino
    C’era un vecchio lattaio
    Che suonava il contrabbasso
    Non fa rima per un cazzo.

    Ambarabaccicciccoccò
    C’è un postino sul comodino
    Che leggeva Famiglia Cristiana
    Con la figlia del calzolaio.
    Ma il cane si slegò
    Ambarabaccicciccoccò