domenica 20 maggio 2012

Il fattore X


Sì ho capito, X Factor, il nome riempie la bocca. Mal me ne incolse quando non resistetti e mi iscrissi online, ma soprattutto quando mi scappò di dare la notizia nel gruppo segreto di facebook, che ormai le cose le scrivo solo lì e non sulla mia bacheca, che ho degli amici del cazzo.
Amici del cazzo riempie la bocca, in realtà non è così, solamente c’è qualcuno che non desidero si faccia i fatti miei ed infatti tento di impedirgli di vedere le mie cose modificando la privacy. Gli ho dato l’amicizia perché sono un idiota, roba di lavoro, e poi la mia roba se la postano altri si vede comunque, e non posso mica star lì a cancellare tutto, ad es. una taggata di Farnedi o Masotti bisogna tenerla, e come si fa, insomma va ben a cagare te e facebook.

Dopo la telefonata di una signorina cordiale e senz’altro bella, altro che i soliti call center, che mi chiedeva se per il casting di Milano preferivo domenica 20 o lunedì 21, avevo trovato quattro brani che riempivano la bocca. Non sto neanche a scrivere quali erano.
Sempre nel gruppo segreto mi fu proposto di andare su con auto ed autista, ottimo, accettai, salvo poi un repentino cambio di programma dell’autista, così mi trovai a fare una delle cose che mi riesce meglio, cioè progettare un viaggio su internet perdendo ore. Trenitaglia ciucciami la vestaglia (cit. Salvia) poi la metro verde fino a Cadorna e la metro rossa fino ad Amendola Fiera. Chiedo conferma per l’appunto a Salvia che abita in zona, e dice che son stato bravo.
Trascorsi un bel venerdì con W Pasquini perché mi mancava la foto da consegnare al provino, così lui mi fece il book, poi andammo a Punto Radio dove feci il provino in diretta, col controcanto punk / oi! di W Pasquini, e una mangiatina al giapponese di Via Don Sturzo che è decisamente buono, anche per i vegetariani.





Stammatina, come dicono a Roma per riempirsi la bocca, son partito alle 3:45 per parcheggiare al binario est. Arrivo sui viali e vedo famiglie sulle aiuole centrali con bimbi in braccio, una roba apocalittica. Cazz’è, penso per riempirmi la mente, nel frattempo interrompono Raistereonotte per dare notizia del terremoto. Nel salone della stazione, dopo essere riuscito velocemente ad acquistare un biglietto automatico con carta di credito, mi brozza un cingalese cinquantenne pieno di valige e sacchi: “Terremoto, tutti fuori, you speak english, capisci, treni no linea” tracciando con le braccia un binario immaginario. Ho cominciato a parlargli in inglese ma era ancora peggio, mi ha detto “no no, se terremoto linea fermi non so, capisci” poi è passato agli tsunami dello Sri Lanka, 5 milioni di morti, e son riuscito a divincolarmi.


Treno delle 5:22 sul binario 10, mi accomodo in un sedile singolo e mangio anche un tramezzino della coop per riempirmi la bocca. Arriva un cretino sui 20 anni con delle corna rosse di pailettes in testa, potendo scegliere tra 12 vagoni vuoti si stravacca proprio sul posto singolo di fianco a me e si mette a dormire.

Dopo una mezz’ora passa un ferroviere e mi dice di andare al binario 1 ovest, dove in effetti c’è qualche sedicenne sulla panchina che canta a cazzo modulando come Giorgia. Salgo anche lì e dopo un po’ arriva un altro ferroviere che mi dice “se ne parte uno, è di sicuro quello al binario 10”.

Intanto la voce artificiale ripete incessantemente che sono in corso verifiche alle infrastrutture a causa di scosse telluriche. Una signora africana ripete “scosse telluriche, scosse telluriche” per riempirsi la bocca. Su un’altra panchina dorme un tizio senza un piede, a faccia in giù. Uno sale gridando che qualcuno lo aiuti a portare su le valige, poi si incazza perché nessuno lo aiuta. Torna quello con le corna e chiede spiccioli per un caffè della macchinetta, si incazza perché non glieli dà nessuno. C’è una ragazza carina che si innamora di me a distanza, succede così di rado che lo capisco persino io.


Ritorna il primo ferroviere e forma un capannello avendo qualche notizia più certa, e cioè “partire si parte di sicuro, credo fra una decina di minuti”. Però sono già le 7:50, bene che vada arrivo a Milano alle 11, poi ho la metro. I cancelli di X Factor aprono alle 9, tocca stare in fila a prendere il numero, chissà quanta gente c’è, poi se entro nel meccanismo ferroviario son rovinato, ho già dormito a Milano Centrale nel 1989 e non intendo ripetere l’esperienza. Quella volta c’era anche una ragazza di Loiano con cui ci piacemmo un po’ e ci appoggiammo le testine a vicenda per dormire amorevolmente: oggi non ho nessuno, neanche e soprattutto di sesso maschile nonostante alcune richieste peraltro light come nel mio stile, che abbia avuto voglia di sopportare me ed un casting delirante.

Insomma torno a casa, vedendo poi nel sito che alla prima giornata di casting milanese del giorno prima c’erano 15.000 persone.
Ci sarebbe anche la mia auto, ma andare a Milano costa qualcosina in più, e soprattutto ho il sentore che se non cambio auto entro l'anno mi esploderà sotto il culo.
Ci sarebbe anche domani, ma come asserisco per riempirmi la bocca “mi sono rotto il cazzo”.